Il linguaggio costruttivo (1)

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Autore del post: Wallace D. Wattles

Non è costruttivo parlare di ciò che non piace. Ciò che non piace, ciò verso cui proviamo avversione, non richiama le cose, non le unisce né le integra: è sempre un principio che respinge. Quando ti siedi a tavola, non dire mai, per esempio: “Non mi piacciono molto le cipolle”. Ci potrebbero essere altre persone alla tavola a cui invece le cipolle piacciono: il tuo pensiero comincerà subito a causare disarmonia e contrasto tra te e loro.

MI PIACE È MEGLIO DI NON MI PIACE

Quando dici che a te non piace qualcosa che invece a me piace, noi due iniziamo a respingerci l’un l’altro proprio nel momento stesso in cui viene pronunciata questa affermazione. Sono le cose che ci piacciono e che abbiamo in comune che ci attraggono l’un l’altro, mentre le cose che a me piacciono e a te non piacciono creano repulsione tra di noi.
Non è necessario, naturalmente, che a tutti piacciano le stesse cose, ma è sempre meglio che ognuno di noi mantenga le sue antipatie e le sue avversioni per se stesso.
Il sapere che a te non piace un certo tipo di cibo non farà certo sì che si aggiunga piacere alle altre persone che sono alla tua tavola. Non le renderà contente di godere del loro pasto. Al contrario, tenderà a metterle a disagio.
Come sarà possibile per te aggiungere gioia, lucentezza, ricchezza e salute al mondo diffondendo la conoscenza a tutti del fatto che a te non piacciono le cipolle? Che cosa può essere costruito, unito, reso più grande dalla tua affermazione di avversione o antipatia verso una cosa? Niente.
Con questo comportamento accentui invece il contrario: suggerisci l’idea di antagonismo tra te e coloro che sono intorno a te. Il tuo atteggiamento danneggerà perfino la digestione delle altre persone. Le cipolle mangiate con il pensiero di avversione diventano indigeste; mangiate invece con pensiero di amore, allegria, armonia sono un cibo per gli angeli. Non pensare o parlare di avversione alla tavola; pensa e parla delle cose che ti piacciono.

MI PIACE È MEGLIO DI NON MI PIACE

Quando dici che a te non piace qualcosa che invece a me piace, noi due iniziamo a respingerci l’un l’altro proprio nel momento stesso in cui viene pronunciata questa affermazione. Sono le cose che ci piacciono e che abbiamo in comune che ci attraggono l’un l’altro, mentre le cose che a me piacciono e a te non piacciono creano repulsione tra di noi.
Non è necessario, naturalmente, che a tutti piacciano le stesse cose, ma è sempre meglio che ognuno di noi mantenga le sue antipatie e le sue avversioni per se stesso.

PARLA POSITIVO

Non discutere mai sulla salubrità o insalubrità degli alimenti. Non dire: “Sono un grande appassionato di formaggio, ma non lo digerisco. Il formaggio non mi è amico”. Questo non indurrà i tuoi amici a pensare che quel formaggio non vada d’accordo con te: tenderà soltanto a fargli pensare che il formaggio non vada d’accordo con loro. Perciò, tieni lontano il formaggio dai tuoi pensieri fino a quando non ti dimenticherai del fatto che non va molto d’accordo con te; e quando il tempo arriverà, probabilmente ti accorgerai che lo potrai mangiare tranquillamente e perfettamente. Invece di menzionare il fatto che il formaggio non va d’accordo con te, parla piuttosto di quanto ti piace il purè di patate, di quanto tu lo digerisca bene e di quanto ti senti bene dopo averlo mangiato.
Se ritieni che alcuni alimenti siano per te indigeribili, tieniti lontano da essi con il pensiero e con la parola. Non dire che i cetrioli non ti fanno bene o che non sono buoni da mangiare. Se pensi che i cetrioli non siano buoni da mangiare, non pensarci e non parlarne, e lascia che coloro che credono che i cetrioli siano sani e buoni li mangino in pace.
Per quanto ci è dato di sapere, tutte queste cose sono unicamente una questione di atteggiamento mentale: i cetrioli sono sani per le persone che credono nel fatto che siano sani e sono malsani per le persone che credono che siano malsani. Se credi che i cetrioli siano malsani, non mangiarli, ma non iniziare a parlare a voce alta di quanto siano malsani. Fare ciò è distruttivo: dissemina i semi dell’indigestione, della disintegrazione, della malattia e della morte.
Parla soltanto di salute e bontà.

(1 – CONTINUA)

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