Il mondo digitale è falso?

Il mondo digitale è falso?

Cos’è successo realmente alle 4,56 e 31 secondi del 21 luglio 1969? L’Apollo 11 ha veramente viaggiato nello spazio? Neil Armstrong ha veramente camminato sulla luna?
Se la domanda sembra assurda o il curioso spunto per la trama di un film (come quella di Capricorn One, diretto nel 1978 da Peter Hyams, dove la Nasa simula in uno studio cinematografico un viaggio su Marte) forse è meglio cominciare a cambiare idea, perché, come vedremo subito, una delle più riconoscibili caratteristiche della nuova epoca digitale è proprio la falsificazione, e oggi sono in molti a lanciare l’allarme e a invitarci a fare attenzione a questo pericoloso aspetto della vita digitale.

L'epoca della manipolazione

Immagini, video, suoni, informazioni, esperienze, fino addirittura al patrimonio genetico: l’era del digitale e della codificazione delle informazioni è soprattutto l’epoca della manipolazione, e la cosa, senza alcun dubbio, ci tocca da vicino, quotidianamente, con i suoi effetti positivi e negativi. Positivi perché mai come prima d’ora le nuove tecnologie ci permettono di dare spazio alla nostra creatività; negativi perché la manipolazione può diventare falsificazione, e con gli strumenti (e soprattutto la disponibilità economica) adatti il falso può riuscire a manipolare le nostre stesse opinioni e convinzioni.
La storia inizia da lontano: già nel 1965, infatti, esperimenti elettronici si dedicavano alla creazione di “falsi”: quell’anno, per la prima volta, un software dei laboratori Bell permise la cancellazione di parti di un solido tridimensionale. Fu però solo intorno alla metà degli Ottanta che, grazie alle ricerche del Mit (Massachussets Institute of Technology) di Boston e al lavoro di William Schreiber e Donald Troxel, fu inventato un sistema che utilizzava un procedimento sia fotografico sia elettronico e che traduceva le immagini in formato digitale.
Oggi la quasi totalità delle immagini che sono diffuse dalle agenzie fotografiche e che vengono pubblicate sui giornali è digitale, e la domanda sorge inevitabile: in che misura queste pubblicazioni alterano le loro immagini? È impossibile saperlo. Lo stesso William Schreiber ha detto, parlando della sua invenzione: “Divenne ovvio che il ritocco digitale avrebbe potuto essere fatto in maniera assolutamente non avvertibile, al contrario del ritocco analogico (ritocco fotografico in fase di stampa, ritocco fatto con l’aerografo, ecc.), che è quasi sempre possibile notare se solo si osserva con attenzione”. Ne sanno qualcosa gli autori dei fakes, le foto falsificate, spesso a tema pornografico, che ritraggono personaggi celebri in pose particolarmente “provocanti” e vengono fatte circolare su Internet.

 

Effetti speciali indesiderati

Vi ricordate Forrest Gump, il film diretto nel 1994 da Robert Zemeckis? Vi ricordate quando Forrest Gump stringe la mano a John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon e quando i due presidenti parlano con lui? Ebbene, quel film ha rivoluzionato la storia degli effetti digitali cinematografici (che aveva avuto il suo inizio nel 1973, con Il mondo dei robot di Michael Crichton): per la prima volta, infatti, gli effetti speciali si “intrufolavano” nella realtà, si intrecciavano con essa rendendosi da essa indistinguibili. Nel film, i presidenti riescono a pronunciare parole originali perché sono state manipolate le labbra dei soggetti originali e sono state “clonate” attraverso le tecniche digitali.
Il regista Zemeckis aveva ben presente i problemi: “Abbiamo dimostrato”, disse all’uscita del film, “ che non si può più credere a quello che vedi in televisione, come già non possiamo credere a quello che leggiamo sui giornali. Siamo arrivati a un punto in cui l’evidenza fotografica può essere manipolata facilmente, a scopi anche malvagi. Pensiamo a una campagna politica, così centrata sull’immagine: un candidato ora può distruggere facilmente un avversario facendogli dire cose magari farneticanti che non ha mai detto”. Erano sei anni fa. E in sei anni la tecnologia digitale ha vissuto un’ulteriore, iperbolica accelerazione, e Internet permette di diffondere notizie in tempo reale, rompendo tutte le barriere e i naturali “contrappesi” mediatici.
Oggi ci potremmo insomma trovare di fronte a due filmati televisivi di questo tipo: un filmato ci mostra il presidente degli Stati Uniti che dà uno schiaffo al presidente della Cina; l’altro invece il presidente degli Stati Uniti che stringe la mano a quello della Cina. Una è vera mentre l’altra è stata sintetizzata al computer. Ma non riusciamo a distinguerle. Quale dei due filmati è vero? A quale possiamo credere? E soprattutto, chi ci può assicurare che quello che crediamo vero è veramente vero? Chi detiene il controllo della verità delle informazioni? 

Chi è il Grande Fratello?

La straordinaria malleabilità dei nuovi media, la loro “naturale” falsificabilità, l’insostenibile leggerezza dell’immaterialità va a minare il concetto stesso di verità. E L’inganno diventa più facile. “Sono perfettamente conscio della straordinaria disonestà che occorre per essere efficaci”, diceva sibillinamente il grande regista francese Jean-Pierre Melville. E così proseguiva: “Ma lo spettatore non deve mai accorgersi fino a che punto arriva la manipolazione. Deve essere incantato, come un prigioniero in uno stato di sottomissione”.
Forse siamo già immersi nell’incantesimo delle fantasmagorie digitali, forse siamo già arrivati al punto in cui ci va bene anche il falso, che spesso è più bello e attraente del vero. Forse spesso accettiamo di essere ingannati perché porci delle domande ci viene più difficile, e perché comunque anche senza conoscere le cose possiamo vivere tranquilli, anzi più tranquilli.
Forse il Grande Fratello ha già trionfato. Non però quello preconizzato da George Orwell, cioè l’enorme – colossale e a suo modo eroico – occhio del Dittatore mediatico, che ci osserva dall’alto e decide del nostro destino, ma un Grande Fratello più debole e sonnolento, più consono al nostro tempo disincantato: un Grande Fratello fatto di tanti piccoli occhi, i nostri, che accettano acriticamente tutto quello che viene loro dato e che si “autocontrollano”, in completa buona fede, perché convinti che ciò che viene loro imposto è ciò che in realtà vogliono.
Il Grande Fratello non è censura, né privazione. Oggi, al contrario, è sovrabbondanza, eccedenza, esorbitanza. Oggi puoi sapere tutto, vedere tutto, conoscere tutto. Il tutto è la nuova fede degli dei mediatici. Ma a che cosa ci serve il “tutto”? Il trionfo del Grande Fratello è – ironicamente o cinicamente – il reality show Il grande fratello: guardare tutto ventiquattro ore su ventiquattro e non vedere niente; guardare la realtà e vedere una sceneggiatura. Ma l’importanze è avere l’illusione di vedere tutto.

Una Rete, mille Reti

Che cosa vediamo in realtà, che cosa sappiamo? Forse la sovrabbondanza non significa completezza e forse l’apparenza non significa verità. Ma come possiamo (sempre che vogliamo) trovare una soluzione a questa complessa questione?
Il primo passo è cominciare a ragionare – il più possibile – con la nostra testa. Ma come? Anche in questo caso Internet ci può dare la risposta. Sì, perché i volti di Internet sono almeno due: c’è quello delle multinazionali e dei grandi gruppi finanziari, che si sono tuffati dentro la Rete come nell’Eldorado del business e che non pensano che a far soldi e a far soldi, è c’è il volto determinato dalla natura stessa della Rete, dalla sua infinita riproducibilità e dal decentramento delle risorse: ciò ci permette – a partire dalle nostre curiosità, dai nostri interessi – di costruire la nostra verità, il nostro originale percorso. E ci permette altresì di condividere la nostra esperienza, la nostra verità con gli altri, di discutere con loro, per motivare, far valere, discutere le nostre ragioni e ascoltare quelle degli altri. Ciò implica però un concreto passo in avanti rispetto all’attuale sistema dell’informazione: essere attivi.

L'AUTORE DEL POST SIMONE BEDETTI

Simone Bedetti da oltre vent’anni è autore di numerose pubblicazioni di crescita personale e professionale. Nel 2009 ha fondato la casa editrice Area51 Publishing.


SCARICA SUBITO GRATIS UN AUDIO ESCLUSIVO DI CRESCITA PERSONALE E 5 POESIE MOTIVAZIONALI!