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AFORISMI MARZIALI E SPIRITUALI DI BRUCE LEE
Autore del post: Jacques Béziers
Il grande campione Bruce Lee comprese immediatamente quale fosse il pro più grave dell’uomo occidentale. Egli basa ogni sua azione a partire dalla propria individualità. L’Io di ciascuno di noi, formatosi negli anni come una stratificazione di maschere, finisce per prendere il comando della nostra stessa vita. Per questo uno degli argomenti su cui Bruce Lee insistette maggiormente fu proprio convincere i suoi ascoltatori che il primo nemico da combattere non era l’avversario sul ring o sul tatami, bensì l’Io. Solo dissolvendo i conflitti interiori, si può diventare davvero invincibili. Ecco alcune delle sue frasi più incisive.
L'OSTACOLO PIÙ GRANDE
L’Io è l’ostacolo più grande che impedisce la corretta esecuzione di ogni azione fisica.
Ciò che è importante è fare. Ricorda però che esiste l’azione e non chi la compie. Non è lo sperimentatore il centro di tutto, bensì l’esperienza.
È il vuoto il fine ultimo di ogni cosa. Esso è l’origine di tutte le cose, e non ha contrari, perché non si oppone a nulla. Sforzati di comprendere che il vuoto è colmo di vita, di potenza e di amore per tutti gli esseri.
Devi trasformarti in un fantoccio di legno. Esso non ha ego, non pensa, non afferra e non stringe niente. Lascia che tronco e arti si muovano secondo leggi proprie.
Le tradizioni orientali rifiutano ogni forma di sforzo. È necessario che tu ricerchi la normalità, e non l’essere speciale. Se hai fame mangia, liberati delle scorie quando ne avverti l’esigenza e se hai sonno dormi. È vero che l’ignorante riderà di te, ma il saggio capirà.
Non correre, cammina. Non cercare. Quello che cerchi arriverà spontaneamente quando non lo aspetti.
Liberati delle idee poco chiare, e agisci invece attingendo alle tue radici.
Cosa significa “assenza di pensiero”? Significa non lasciarsi coinvolgere dai fatti esterni e dallo stesso processo ideativo. In una parola: pensare e non pensare.
Sferrare calci e pugni è un modo per uccidere l’ego. Rappresentano la forza di ciò che è immediato, intuitivo e istintivo. La sua perfezione è inscalfibile e perfetta, a differenza dell’intelletto e di ogni prodotto dell’Io. I pugni e i calci devono per questo seguire la via diretta.
L’obiettivo non è naturalmente solo quello di distruggere l’avversario, ma prima di ogni cosa vincere la propria ansia, la collera, la follia che è insita in ognuno di noi. Il Jeet Kun Do è anzitutto un’arma contro se stessi, e contro ciò che turba il nostro spirito.
La maturità non significa concettualizzare ogni cosa, bensì capire come si è fatti interiormente.
Per cambiare, prima dobbiamo sapere chi siamo.
Non ci sono idoli nello Zen. Libera la tua mente da qualunque tipo di immagine spirituale.
Permani in uno stato neutro, senza dirigere la mente.
Ricerca il vuoto dentro di te e la calma della tua mente.
TU SEI UN COMBATTENTE
Il combattente deve pensare soltanto al combattimento. Non deve guardare né indietro né attorno a sé. Deve superare gli ostacoli che gli si pongono davanti in tutti i modi, e cioè emotivamente, fisicamente e intellettualmente.
Non dipendere dal giudizio altrui per essere felice.
La meditazione non è un processo di concentrazione. La concentrazione è esclusione.
Per non provare ansia non dobbiamo operare scelte, e quindi non porci interrogativi. Dobbiamo solo percepire, e la percezione risolverà i nostri problemi in maniera naturale.
Smettila di fare confronti e vivi nel reale. Solo così vivrai in pace.
Se guardi dentro di te e sei sicuro di aver agito bene, che cosa può intimorirti o preoccuparti? Hai solamente necessità di compiere la tua missione nella vita senza che tu abbia pensieri di aggressività o di competizione.
Lo scopo di ogni essere umano è la realizzazione personale.
Evita di confrontarti in fatto di abilità. Gli amici iniziali diventeranno solo antagonisti.
Cerca di essere ‘nessuno’.
Essere umili nei confronti di chi ci è superiore è un dovere, esserlo verso gli eguali è cortesia, nei riguardi di chi ci è inferiore è nobiltà.
La vergogna è la paura di essere umiliati quando ci si sente inferiori alla stima degli altri.