Impariamo a respirare, sul serio!

Impariamo a respirare, sul serio!

di Matt Harvey. È esperto e praticante da oltre venticinque anni di Reiki, Yoga (ha sviluppato il suo metodo esclusivo “Brain Yoga”) e Zen, che insegna e divulga in modo originale e moderno, abbinando questi metodi orientali tradizionali alle più moderne tecniche di evoluzione mentale e spirituale, con il solo obiettivo di diffonderne l’uso pratico e quotidiano in tutti i settori della vita, sia personale che professionale. Per Area51 Publishing cura le serie di programmi e tecniche guidate sul Reiki e il Brain Yoga.


Un grande maestro giapponese ebbe occasione di visitare l’Occidente e la prima cosa che disse fu: “Gli occidentali non sanno respirare!”. In effetti, l’arte di respirare, insieme a quella di rilassarsi (e a quella di meditare), è uno degli strumenti più semplici per raggiungere un pieno equilibrio, ma l’uomo occidentale contemporaneo sembra averlo completamente dimenticato. Sarebbe utile quindi recuperare, insieme a quella di rilassarsi, la voglia e l’arte di respirare. Area51 Publishing dedica molta attenzione al tema della respirazione: clicca qui per conoscere tutti i titoli pratici a riguardo.
Recuperare la voglia di respirare significa, essenzialmente, recuperare la consapevolezzadel proprio respiro e, in particolare, la consapevolezzadella naturalezzadel proprio respiro. Alcuni semplici esercizi, tratti dagli insegnamenti dello yoga classico, ci possono essere di grande aiuto.

Primo esercizio: respirazione corretta

Il fine di questo esercizio è praticare una respirazione controllata, cioè non condizionata (come lo è invece la respirazione “normale”) dai mutevoli stati emotivi. Sia l’inspirazione che l’espirazione vanno eseguite esclusivamente con le narici.
Seduti, con il busto eretto, il torace ben aperto e le spalle rilassate, attivate una respirazione abbastanza profonda, iniziando con una lenta e completa espirazione. Concentrate la mente (chiudendo, se necessario gli occhi, anche se è preferibile tenere le palpebre leggermente dischiuse) sul ritmo del respiro, che deve avere la stessa durata sia in fase di inspirazione che in fase di espirazione. Per aiutare la concentrazione si può rendere il respiro più rumoroso, “chiudendo” leggermente la gola.
Lasciate assorbire la mente dal sibilo del respiro (che deve continuare a essere naturalmentelento, cioè senza forzature – la sua durata varia quindi da persona a persona) e cercate di tenere fermo lo sguardo; in questo modo comincerete a “fermare” anche il processo di pensiero.
Restate concentrati sul respiro e sul processo di acquietamento del pensiero. Se pensieri o immagini cominciano a inseguirsi e a concatenarsi, se, in altre parole, il flusso di coscienza continua ad attraversarvi la mente, non cerate di fermarlo né di seguirlo: semplicemente lasciatelo andare, lasciatelo scorrere, scivolare via, abbandonatelo.
Continuate con questo esercizio per il tempo che vi sembra necessario (anche solo per pochi minuti), ma cercate di ripeterlo spesso. Vi accorgerete che, perseverando nella pratica, acquisterete sempre maggiore controllo sul respiro e sulla mente.

Secondo esercizio: rasserenamento

Il fine di questo esercizio è ottenere un rasserenamento del corpo e della mente e una migliore concentrazione durante la respirazione.
Continuando l’esercizio della respirazione corretta, distendete il viso a un dolce sorriso e cercate di raggiungere un più profondo stato di quiete.
Durante ogni espirazione rilassate i muscoli del viso così da accrescere la vostra tranquillità mentale, e durante ogni inspirazione cercate di non perdere la concentrazione.
Continuate ad aumentare il rilassamento del viso concentrandovi e cercando di “sentire”, uno alla volta, i globi oculari, le orecchie, la mandibola, le labbra, la lingua, la gola; scendete poi al centro del petto espandendo il rilassamento fino alle spalle, le ascelle, le braccia e le mani. Mentre rilassate il corpo, cercate di rilassare sempre di più anche la mente.

Terzo esercizio: respirazione completa

Sedetevi come nelle posizioni precedenti, ossia con il tronco ben eretto, la testa leggermente reclinata in avanti e gli occhi semiaperti.
Per utilità pratica immaginate di suddividere l’intera zona toracica, quella che verrà coinvolta nell’esercizio (mentre la zona diaframmatica non verrà coinvolta), in due zone distinte: quella alta, approssimativamente all’altezza dei pettorali, e quella bassa, approssimativamente all’altezza dello stomaco. Questa suddivisione è importante perché l’esercizio intende agire in maniera distinta sulle due zone, e il ciclo respiratorio completo varia a seconda che la respirazione sia pratica dall’uomo o dalla donna.
Respirazione completa maschile: si esegue svuotando, durante un’espirazione, prima la zona bassa e, successivamente, quella alta. Inspirando, invece, si riempie prima la zona alta e poi quella bassa. L’esercizio contempla la concentrazione e fa familiarizzare con le diverse “zone” toraciche, controllandole e migliorando sensibilmente la respirazione.
Respirazione completa femminile: si esegue, svuotando, durante un’espirazione, prima la zona alta poi quella bassa. Inspirando, invece, si riempie prima la zona bassa che quella alta.

La comunicazione con i ritmi universali

Per il massimo teorico dello Yoga, l’antico saggio indiano Patanjali, “nel corpo c’è tutto”; e lo Yoga, antichissima via di saggezza indiana, insieme di precetti e tecniche di salute psico-fisica e spirituale, ha una branca fondamentale dedicata alla coscienza e all’uso della respirazione, il pranayama (“coscienza e controllo del prana”). In Cina, funzione e natura simile ha l’altrettanto antico Qi Gong (“circolazione dell’energia”), insieme di esercizi simili a quelli dello Yoga, da cui deriva fra l’altro il più elaborato Tai Chi. In Occidente, le discipline più importanti per prendere coscienza del respiro, della sua funzione e dei suoi influssi sull’organismo e sulle emozioni sono il Training Autogeno, la bioenergetica, il rebirthing, la respirazione olotropica.
Ciascuna di queste tecniche ha un proprio obiettivo ma tutte partono dal rendersi conto del respiro, dall’assecondarne il ritmo naturale, dallo sperimentare modificazioni intenzionali del respiro per giungere a stati d’animo e di coscienza particolari. La prima cosa che si può notare è una modificazione profonda dello stato del corpo fisico. Una respirazione profonda, completa e calma rilassa, tonifica, depura e decongestiona.