La via corretta per attrarre abbondanza e gioia in questa vita

La via corretta per attrarre abbondanza e gioia in questa vita

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C’è un modo persistente di pensare che è possibile ti impedisca di imboccare la via corretta per attrarre abbondanza in ogni settore della tua vita e aprirti veramente al ricevere il bene meraviglioso che è l’impellente natura dell’universo spirituale. È un vecchio modo di pensare che ha condizionato per secoli, se non per millenni, la razza umana e che ancora ci condiziona inesorabilmente: è il modo di pensare secondo cui per trovare gioia e felicità nella nostra vita dobbiamo prima espiare le nostre colpe. O i nostri peccati, che è la stessa cosa.

Perché soffrire?

È il vecchio modo di pensare secondo cui la vita è necessariamente sofferenza, che tutti dobbiamo subire l’esistenza in “questa valle di lacrime”, che la vita su questa terra è condannata a essere un Purgatorio da cui però in realtà non ci si “purga” o “purifica” affatto, da cui non ci si libera mai: esso si traduce unicamente in una condanna a soffrire per espiare.
Espiare che cosa, poi?
Da un libro di crescita personale scritto qualche tempo fa da un esponente di questo vecchio modo di pensare ho trovato questo passaggio molto significativo. Scrive:

Potrai considerare te stesso più ricco quel giorno in cui scoprirai in te una nuova colpa. Quel giorno sarai più ricco perché quella colpa non sarà più nascosta ma potrai averla davanti ai tuoi occhi e così potrai capire chi sei veramente. E se non avrai trovato tutte le tue colpe, prega affinché esse ti vengano rivelate, anche se questa rivelazione giungerà in un modo che ti farà soffrire ancora di più.

Trovo davvero, questa breve citazione, emblematica. Tutto il discorso del nostro autore è centrato sulla colpa e sulla sofferenza, e tutto il suo pensiero è centrato sul negativo. Come puoi pensare di aprirti alla gioia e all’abbondanza se tieni la mente affondata nel pensiero della colpa, della sofferenza e dell’espiazione.
Inoltre: perché dobbiamo soffrire? Dove sta scritto?
Non riesco a comprendere come si possa credere che davvero la vita sia sofferenza. A un non credente, a un materialista, che ritiene che non siamo altro che un ammasso di cellule animati da attività elettrica, la sofferenza non dovrebbe apparire nient’altro che un fattore fisiologico, esattamente come il godimento. Piacere e dolore dovrebbero essere collocati in un grafico e valutati oggettivamente. E sommando piacere e dolore, probabilmente si arriverebbe ad almeno un settanta percento di piacere (includendo i piaceri primari del cibo, del sesso e di una sana e appagante evacuazione corporale) e un trenta percento di dolore. Non conosco se siano stati fatti studi in merito: invito gli specialisti a farli. Ma sono certo che nel computo oggettivo, materiale, della vita intesa come esistenza biologica, il piacere vince sul dolore. Perciò la vita non può essere sofferenza.
Ma ancora più incomprensibile è che a considerare la vita come sofferenza siano i credenti. Se sei credente, come puoi credere davvero che Dio ci abbia creato per farci soffrire! Come puoi credere che Dio ci abbia gettato su questa Terra per espiare delle colpe e per vivere un’esistenza di pena, dolore e sofferenza! E se questo fosse il Purgatorio, e quindi se Dio ci stesse punendo a ragione, dovremmo conoscere il motivo delle nostre colpe, dovremmo ricordare le nostre colpe, dovremmo sapere che cosa abbiamo fatto! E invece no! Siamo qui, in questa “valle di lacrime”, in questo Purgatorio, a espiare non sappiamo nemmeno cosa!
Dovrebbe essere ben sadico un Dio che si comporta così. Un Dio che gode a vederci soffrire? Che Dio sarebbe! Sarebbe un Dio non solo immorale ma illogico, perché frantumerebbe ogni vera idea di Dio. E non sarebbe certo, in verità, neppure il Dio dell’Antico Testamento, che ci viene troppo spesso dipinto come un Dio capriccioso, punitivo e ostile. Ma non è affatto così: anche il Dio “spaventoso” dell’Antico Testamento non ha mai voluto dal suo popolo l’espiazione di alcuna colpa ma sempre e soltanto il rispetto della Legge. E quando punisce duramente il suo popolo, non lo fa certo né per suo capriccio né per suo orgoglio ma soltanto perché quello era l’unico modo che poteva convincere gli esseri umani.
In quell’epoca, e purtroppo in ogni epoca, anche nella nostra epoca, la paura, il terrore e la sofferenza sembrano essere l’unico modo affinché gli esseri umani capiscano.
Capiscano cosa?
Capiscano che stanno sbagliando, e capiscano che devono cambiare strada e seguire la vera, unica strada, la strada della legge spirituale.

La via corretta

Ecco il radicale mutamento di prospettiva, ecco l’imbocco della via corretta: la concezione (cioè l’acquisizione della conoscenza reale) della sofferenza non come colpa o espiazione ma come indicatore della nostra benedizione. La sofferenza non come giudice del male che è in noi ma come rilevatore del bene che è in noi e di cui non siamo consapevoli.
Con questo nuovo modo di pensare, radicalmente opposto al modo di pensare consueto, che continua a restare prigioniero delle catene della colpa e dell’espiazione, anche la sofferenza diventa un’occasione di miglioramento, perché ci guida a scoprire e trovare il meglio che sicuramente è dentro di noi. Ci spinge a trovare le nostre qualità e a scartare, a lasciar andare le nostre vecchie abitudini che hanno causato quella sofferenza.
Non si tratta più, finalmente, di continuare a cercare i nostri peccati ed espiarli, quasi che si guadagnasse un tassello di bene ogni volta che si soffre un po’ di più; si tratta al contrario di utilizzare i nostri errori (i nostri peccati) per scoprire cosa ci stanno indicando di bene, cosa ci stanno dicendo per farci capire di seguire il bene che è in noi e per manifestare, per portare fuori le nostre qualità.
Piuttosto che continuare perciò a cercare i tuoi errori e i tuoi difetti, è più utile e saggio che tu inizi a cercare le tue qualità nascoste, e che ti sforzi di portale alla luce del sole. Devi spalancare le finestre della tua mente, del tuo cuore e della tua anima e far entrare la luce del sole nella tua stanza mentale. Devi smettere di continuare a lamentarti di quanto buio c’è nella tua stanza e iniziare a concentrarti unicamente sulla luce che vi penetra, anche se è soltanto un barlume. Perché se continuerai a restare immerso nel buio, non troverai altro che ancora altro buio.
Guarda invece la tua luce, guarda le meravigliose possibilità che sono dentro di te e concentrati unicamente sui miglioramenti che puoi fare nella tua vita.
Non restare con la mente sul negativo della tua vita: sulle sfortune che hai avuto, sulle persone che ti hanno fatto del male o a cui hai fatto del male, sui sensi di colpa, sugli errori, sui tuoi peccati. Resta con la tua mente soltanto sul bene che è in te: sulle cose buone che hai fatto e che fai, sulle persone che ti vogliono bene e a cui vuoi bene, sui tuoi pregi, sulle tue qualità. Sulla luce che puoi irradiare nel mondo.
Tutto quello che devi fare in pratica per imboccare la via corretta è concentrarti unicamente sulle tue cose buone e coltivarle, curarle, come una pianta che vuoi veder crescere rigogliosa e abbondante di frutti: annaffiarla, accarezzarla, lasciare che la terra la natura e il sole la riscaldi.

La luce del sole

Lascia dissolvere le tue colpe come la luce del sole dissolve il buio. Non parlare più delle tue colpe, dei tuoi peccati, dei tuoi errori, non pensarci più: togliteli dalla testa. E sostituisci quei pensieri con i pensieri del tuo bene e del tuo meglio.
Ogni mattina non pensare alle cose brutte cheti possono accadere, pensa soltanto alle cose buone cheti puoi far accadere. E sfrutta ogni occasione della giornata, ogni evento, ogni incontro, come un’occasione per irradiare il tuo unico bene nel tuo mondo, per diffondere il meglio di te nel tuo ambiente. Pensa che cosa accadrebbe se ognuno di noi, in ogni incontro, in ogni relazione e in ogni momento della sua giornata tenesse in mente questa intenzione: tutti irradieremmo gioia e solare positività, e il mondo sarebbe istantaneamente, istantaneamente, trasformato in un mondo di gioia, di serenità e di pace.
Non è utopia, o idealismo, o sogno a occhi aperti: è la realtà, è la tua realtà. È il potere che hai realmente, il potere di cambiare il mondo con ogni tua singola azione. Non dubitare, fallo! Non aspettare domani, inizia subito! Inizia subito a tuffarti nella luce del tuo sole!
E non cercare più i tuoi errori e i tuoi difetti, non cercare le tue cattive abitudini per eliminarle. Così facendo non farai che continuare a restare centrato unicamente sui tuoi errori, sui tuoi difetti, e non farai altro che rafforzarle, quelle tue cattive abitudini. Le cattive abitudini, come ogni energia, si nutrono di energia. E più tu resti con la tua mente, con la tua energia, su quella energia negativa, più tu quella energia negativa non farai che rafforzarla. E se vai sempre e solo a caccia dei tuoi difetti, non otterrai altro che un incremento dei tuoi difetti.
Non incoraggiare la crescita dei tuoi difetti; lasciali andare. Mollali.
Non preoccuparti di quanto buio ci sia nella stanza della tua mente o della tua anima: il rimedio è a portata di mano.
Lascia entrare la luce del sole e imbocca la via corretta nella tua vita del vero avanzamento e della conquista di ogni bene, che è l’unica vera natura dell’infinito universo spirituale.

L'AUTORE DEL POST WILLIAM ATKINSON

William Walker Atkinson (Baltimora, 1862-1932) è, insieme a Thomas Troward, Wallace Delois Wattles, Emma Curtis Hopkins, Charles Haanel, uno dei più noti e importanti esponenti del New Thought (Nuovo Pensiero), movimento filosofico e spirituale nato nella seconda metà dell'Ottocento negli Stati Uniti e attivo ancora oggi.
Di formazione giuridica, praticò l'attività di procuratore e avvocato. Nel 1900, dopo una crisi personale, si avvicinò al movimento del New Thought di cui divenne uno dei principali esponenti, affiancando alla sua professione l'attività di scrittore e fondando la Atkinson School of Mental Science. Lasciò il movimento nel 1920 per dedicarsi completamente alla riorganizzazione e aggiornamento delle proprie opere, che pubblicò con il suo nome e con diversi pseudonimi, tra cui Theodor Sheldon, Magus Incognitus e Yogi Ramacharaka. Area51 Publishing sta pubblicando l'intera opera di William Atkinson in audiobook, ebook e libro cartaceo.

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